Perché i tuoi clienti dovrebbero chiederti una certificazione alimentare?

Perché i tuoi clienti dovrebbero chiederti una certificazione alimentare?

Quando si tratta l’argomento della certificazione alimentare c’è poca informazione, si tende più a qualificare un prodotto con il nome del brand, senza sapere in realtà che cosa c’è dietro. In Italia purtroppo la parola qualità è molto abusata.

Come ci dice Federico Pucci, titolare di Sistemi & Consulenze, che si occupa a livello nazionale di erogare servizi inerenti alla formazione, consulenza ed audit in merito alla certificazione alimentare, la qualità, non è un valore organolettico soggettivo. Ma è il rispetto di requisiti definiti, che non sempre avvalorano un gusto o piacere organolettico particolare.

Le prime sigle che vengono in mente, quando si parla di sicurezza e controllo alimentare, sono ASL e NAS. I consumatori diventano ogni giorno più esigenti in fatto di qualità degli alimenti per scansare pericoli sulla salute.

La sicurezza alimentare, però, deve essere garantita a partire dalla produzione, durante tutta la filiera, dal campo alla tavola, anche dall’adesione a standard internazionali volontari ma strumenti necessari per entrare in certi mercati come la GDO, o internazionali.

Il nostro focus risponde alla domanda: perché i tuoi clienti dovrebbero chiederti una certificazione alimentare?  La risposta sintetica potrebbe essere: “Per avere la garanzia alla fonte del portare in tavola alimenti sicuri“.

Senza determinati standard di sicurezza alimentare non si entra nel circuito dei mercati internazionali, l’azienda alimentare si preclude molti mercati e non può di certo migliorare la sua reputazione e competitività. Perché la certificazione alimentare è tanto importante?

I tuoi clienti dovrebbero chiederti una certificazione alimentare: ecco perché

La certificazione alimentare legata a standard e norme internazionali attesta che un certo prodotto, processo o servizio è conforme ad una norma o standard specifico.

Il cliente per eccellenza pronto a chiederti (togliamo il ‘dovrebbe’) una certificazione alimentare è la GDO (Grande Distribuzione Organizzata). La garanzia di sicurezza, qualità e legalità del prodotto è solo il punto di partenza: la certificazione alimentare definisce requisiti rigorosi ed un approccio mirato dell’organizzazione aziendale in termini di sicurezza alimentare, linee guida, requisiti, schemi, protocolli concreti, non ‘consigli utili’.

L’azienda alimentare certificata deve dimostrare con i fatti di rispettare le regole e di metterle in atto, impegnandosi a migliorare costantemente. E’ sottoposta a controlli periodici (audit concordati con l’azienda e audit non annunciati, ‘a sorpresa’) effettuati da enti terzi indipendenti o inviati dalla GDO per verificare l’affidabilità del fornitore. Ovviamente a tutela della clientela della stessa.

Soprattutto gli audit non annunciati spingono l’azienda certificata a mantenere perennemente le caratteristiche di buon fornitore. Non solo. Le norme e gli standard di certificazione alimentare prevedono l’adozione dei principi Plan Do Check Act (PDCA).

Questo schema consiste in un processo di perenne adattamento al contesto produttivo volto a definire nuovi obiettivi ed a migliorare costantemente il proprio approccio, i metodi di lavoro, attrezzatura e strutture, gestione delle emergenze e delle crisi. La certificazione alimentare, quindi, non si limita a rispettare leggi e regole ma va oltre, è una spinta all’innovazione, al progresso, al miglioramento delle performance aziendali.

Tutti questi sforzi fatti dall’organizzazione certificata sono ben ripagati da vantaggi concreti come evitare sanzioni, ridurre gli sprechi ed i costi insieme ai rischi, i richiami dei prodotti, le rilavorazioni che fanno perdere clienti e fatturato, semplificare e ottimizzare le procedure. Le certificazioni alimentari consentono all’azienda di conquistare nuovi mercati a livello mondiale incrementando il business e la competitività.

Quali sono gli standard di certificazione alimentare più diffusi?

Gli standard di certificazione alimentare più diffusi e sempre più richiesti sono fondamentalmente 3: BRC e IFS (certificazioni di prodotto) e FSSC 22000 (certificazione di sistema) che fanno capo alla GDO. L’obiettivo di questi standard internazionali è garantire legalità, sicurezza e qualità.

Lo standard BRC sviluppa un sistema aziendale attento alla qualità, sicurezza igienico-sanitaria, analisi accurata e controllo dei processi interni, valutazione e prevenzione del rischio (incluse frodi e adulterazioni degli alimenti), azioni correttive, rintracciabilità, formazione del personale, gestione allergeni. Comprende 256 requisiti, richiede un piano di sicurezza alimentare e il sistema HACCP basato sui principi del Codex Alimentarius.

Lo standard IFS ha come obiettivi la qualità dei processi, di prodotti e materie prime, tracciabilità (OGM e allergeni inclusi), gestione della crisi, azioni correttive. E’ applicata quando i prodotti vengono lavorati all’interno delle industrie con il rischio di contaminazioni durante il confezionamento. E’ indicata per i prodotti a marchio privato. Prevede il sistema HACCP, contiene 281 requisiti.

Infine, abbiamo la certificazione di sistema FSSC 22000 basata sullo standard ISO 22000 per armonizzare norme nazionali ed internazionali in tema di analisi dei rischi e controllo dei punti critici (HACCP). Tiene conto dell’intera organizzazione aziendale, in particolare del sistema di gestione aggiungendo pre-requisiti. Definisce requisiti sugli spazi di lavoro, utenze e forniture, gestione dei rifiuti, sanificazione, caratteristiche di attrezzature ed impianti, prevenzione delle contaminazioni intenzionali o crociate, gestione dei materiali, stoccaggio, ritiri e richiami di prodotto, rilavorazioni.

In ambito ortofrutticolo è molto importante anche la certificazione Global GAP. Questo standard alimentare applicabile al settore primario, ingloba anche requisiti sulla sostenibilità ambientale, socio economica, e della catena di custodia, oltre quelli inerenti alla sicurezza, qualità e legalità del prodotto.

Poi ci sono tutta una serie di certificazioni di claims di prodotto, come il biologico, vegan, gluten free, o marchi collettivi DOP, DOC, DOCG, IGT ed atri che si riferiscono a determinate specificità di prodotto o di produzione, ma che non abbracciano, come quelle viste sopra, requisiti più completi ed a tutela dei clienti.

Le certificazioni alimenti oltre l’alimento

Queste norme e standard di certificazione alimentare non sono applicabili solo prettamente alla produzione alimentare. Infatti sono presenti standard di certificazione alimentare adottabili anche a:

  • produttori di materiali a contatto con alimenti, MOCA: BRC Packaging, IFS PAC Secure, FSSC 22000 Packaging;
  • servizi di logistica alimentare: IFS Logistics, FSSC 22000 Logistics, BRC Storage & Distribution;
  • servizi di intermediazione alimentare: BRC Agents & Brokers, IFS Broker, FSSC 22000 Broker.