Capita di vedere imprenditori che raccontano la loro storia, formatori brillanti che fanno sognare, venditori convincenti che venderebbero anche l’aria che si respira. In molti lavori si agisce dietro le quinte e si ritiene superfluo saper parlare in pubblico, eppure anche a loro potrebbe capitare di doverlo fare ed è consigliabile farsi trovare pronti, non sfuggire se si teme di farlo, perché si tratta solo di rimandare qualcosa che prima o poi si presenterà nuovamente.
Parlare pubblicamente seguendo alcune regole base
Qualsiasi percorso della vita dovrebbe prevedere quello che è uno dei consigli dati a chi vuole (o deve) parlare in pubblico, ovvero imparare a lavorare su se stessi e capire come parlare bene in pubblico (Massimiliano Cavallo offre interessanti spunti in merito). Imparare con l’allenamento a gestire le proprie ansie, insicurezze e paure, imparare ad avere un atteggiamento positivo, imparare a usare il tono della voce, con determinazione e umiltà sono la base del diventare bravi oratori.
Un’altra condizione che non si può evitare è quella di fare esperienza, perché solo così ci si mette davvero alla prova, senza aspettarsi di diventare un abile relatore da un giorno all’altro, ma fare piccoli errori e di correggerli col tempo, con l’esperienza, appunto.
Si diventa bravi comunicatori quando oltre ad essere preparati, si lavora sulle abilità comunicative che prescindono l’argomento trattato. Saper esporre significa unire bene tutte le forme di linguaggio verbale e del corpo affinché il messaggio inviato al pubblico sia inconfutabile e ben capito: ogni parte del nostro corpo deve dire la stessa cosa.
Farà sorridere il fatto che da alcune statistiche sia venuto fuori che l’efficienza comunicativa è dovuta solo per il 7% a ciò che si dice, per il 38% al tono della voce e per ben il 55% al linguaggio del corpo.
Altro punto chiave per accertarci di parlare efficacemente col pubblico, è quello di puntare tutto sulla personalità e di lavorare su di essa: ogni persona ha una personalità diversa da tutte le altre ed è ciò che la rende speciale.
Bisogna imparare a gestire la paura di parlare in pubblico; innanzitutto l’oratore deve comprendere che la paura, chi più o chi meno, l’hanno avuta tutti, anche i migliori, anche quelli che oggi sembra che la paura non sappiano cosa sia.
In diverso modo, ma a tutti è capitato di provare ansia, sudorazione accentuata, tremore o mal di pancia. Queste paure sono solo dentro di noi ed è praticamente impossibile che un ascoltatore possa notarle.
La paura si può gestire facendo esperienza, allenandosi e diventando padroni dell’argomento; inoltre sarebbe molto producente riuscire a canalizzarla, magari nei giusti movimenti del corpo, nei sorrisi e perché no, prima di esporre, facendo tecniche di rilassamento, meditazione e yoga (come effettivamente fanno tanti professionisti del settore).
Un discorso da solo è importante, ma non basta se non è coadiuvato dal corretto tono di voce, e da una buona postura. Il linguaggio del corpo è materia di corsi davvero interessanti. Ci sono alcune movenze che si fanno e che possono trasmettere messaggi molto positivi, e altre trasmettono messaggi molto negativi ed è importante stare attenti.
Si immagini un relatore che parla dando le spalle al pubblico, con la testa bassa o con le mani in tasca, si immagini un oratore ingobbito, o con le gambe incrociate. Sono questi tutti atteggiamenti che rivelano chiusura e insicurezza e sono discorsi rispetto al messaggio che si vuole mandare. Il corpo deve dire le stesse cose che dice la nostra bocca.
Non si può dire che si avrà successo se lo si fa con tono della voce basso, senza entusiasmo e mentre si guarda una slide, con le spalle al pubblico; si può alzare il tono della voce, invece e con le braccia aperte e sorridendo, guardare il viso di chi è di fronte e si immedesima in quella positività e apertura! Crederà in ciò che gli verrà detto!