La perimplantite è una malattia parodontale che può insorgere dopo l’installazione di un dispositivo protesico dentale. Per trattarne gli effetti negativi si fa ampio ricorso alla terapia fotodinamica antimicrobica.
Se noti un’infiammazione alle gengive intorno al tuo impianto, non sottovalutarla: nonostante la perimplantite possa sembrare una semplice parodontite, essa è infatti caratterizzata da una maggiore aggressività che, nel peggiore dei casi, può comportare la perdita dell’osso circostante. Ne abbiamo parlato insieme a DENS che svolge la sua attività come dentista a Como.
Terapia fotodinamica antimicrobica: cos’è
La terapia fotodinamica antimicrobica, o PDT, è una tecnica che utilizza una combinazione di luce laser a bassa potenza e di una sostanza fotosensibile per eliminare i batteri nocivi responsabili della perimplantite. La sostanza fotosensibile viene applicata sulla superficie dell’impianto dentale, o sui tessuti parodontali colpiti, e successivamente esposta alla luce di un laser di lunghezza d’onda di 850 nanometri.
Alla base della terapia fotodinamica antimicrobica vi è la particolare interazione tra la luce e la sostanza fotosensibile. Questo peculiare processo di fotodinamica sprigiona radicali liberi altamente reattivi che distruggono i batteri presenti nel cavo orale. La moderna tecnologia a disposizione dei dentisti prevede laser a diodi, ad erbio o ad anidride carbonica, che si distinguono per i seguenti fattori:
- Proprietà emostatiche (ovvero la capacità di prevenire emorragie);
- Effetto mirato sul tartaro;
- Spiccata efficacia antibatterica.
Terapia fotodinamica e malattia parodontale: quando utilizzarla
Dopo l’impianto di un dispositivo protesico, il dentista o l’igienista dentale praticano delle manovre professionali di pulizia dei denti, come ad esempio la detartrasi o l’ablazione del tartaro. A volte però queste pratiche da sole non sono sufficienti. È infatti possibile che i batteri non vengano del tutto eliminati dal cavo orale e inizino a riprodursi, dando vita a casi di recidività.
È quindi opportuno fare ricorso alla terapia fotodinamica antibatterica sin dalle fasi iniziali della perimplantite, quando i batteri sono ancora localizzati superficialmente e non hanno causato danni all’osso. Insieme alle pratiche di rimozione manuale, la terapia garantisce un alto tasso di successo, donando benessere alle tue gengive e permettendoti di vivere con serenità l’impianto di una protesi dentale.
I benefici della terapia fotodinamica per la perimplantite
Una malattia parodontale come la perimplantite, può arrecare disagio ai soggetti con una bassa soglia del dolore o meno abituati alle cure dentistiche. Se ti rivedi in queste categorie, abbiamo una buona notizia per te: la terapia fotodinamica antimicrobica si può considerare un trattamento a prova di paziente, in quanto non provoca dolore o ipersensibilità dentale, non necessita di anestesia locale e i suoi effetti collaterali sono minimi.
I benefici della terapia fotodinamica antimicrobica nel trattamento della perimplantite non sono correlati solamente al comfort provato dal paziente. Tra gli altri punti forti di questa tecnica si ricordano:
- Azione antinfiammatoria: il trattamento con luce laser non si limita a eliminare efficacemente i batteri stimolando l’attivazione della sostanza fotosensibile: la terapia fotodinamica possiede anche un effetto antinfiammatorio che riduce il gonfiore gengivale associato alla perimplantite;
- Preservazione dell’osso: l’azione di questa tipologia di terapia ha effetti benefici anche sull’osso. Il rischio più grande di una malattia parodontale aggressiva, quale è la perimplantite, è che le ossa intorno all’impianto dentale subiscano danni, anche irreversibili;
- Velocità di guarigione: l’utilizzo del laser produce un accentuato effetto biostimolante su tutti i tessuti coinvolti. Questo garantisce tempi di guarigione molto rapidi, senza dover ricorrere ad antibiotici di supporto.
La terapia fotodinamica antimicrobica può essere usata anche come supporto ad altri trattamenti. La sua efficacia è maggiore se usata in combinazione ai trattamenti meccanici e agli interventi chirurgici. In base al tuo caso, sarà in definitiva il dentista a valutare l’approccio più corretto, così da restituire alle tue gengive il loro meritato benessere.
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