Una tecnica fondamentale nel cinema: il timelapse

Una tecnica fondamentale nel cinema: il timelapse

Tecnica creata ancora prima che il cinema nascesse, il time lapse permette di riprodurre serialmente le immagini di un soggetto fotografato in un certo intervallo di tempo. Da suggestive rappresentazioni di paesaggi urbani e naturali, all’essere impiegata per una vendita efficace di un prodotto per un’azienda, il timelapse è una tecnica che, nel corso dei decenni, è stata utilizzata per gli scopi più disparati.

Abbiamo ripercorso la storia della tecnica insieme al team di timelapselab esperti di time lapse.

Il timelapse alle origini del cinema

Si presume che gli anni d’introduzione del timelapse risalgano addirittura agli anni 70 dell’800, quando un fotografo di nome Eadweard Muybridge riprese un cavallo che galloppava per studiarne il moto. Per farlo ha usato 12 macchine fotografiche poste a bordo pista dell’ippodromo che scattavano foto in sequenza: così ogni foto ha catturato un momento diverso del movimento del cavallo.

Fu Frank Percy Smith, naturalista e documentarista, ad essere, tramite le sue testimonianze della natura che lo circondava, considerato come uno dei pionieri della tecnica di ripresa del timelapse. Negli anni 20, il regista tedesco Arnold Fanck, produsse La montagna sacra, un docufilm in cui utilizzò il timelapse come collante tra il suo lavoro documentaristico e il vero e proprio film con una trama narrativa.

Tuttavia, nonostante questi primi tentativi, fu il dottor John Ott che fece largo uso della fotografia time-lapse. Ad Ott è anche dato il merito di aver reso il timelapse così popolare e di averlo applicato massicciamente negli anni ’30 fino a creare un vero e proprio genere. Questo artista era affascinato dalle forme, dai colori e dal movimento delle piante: fece svariate riprese degli abitanti delle sue serre in timelapse con un’attrezzatura che is costruì da solo.

Il timelapse iniziò ad essere considerata sempre di più una tecnica affascinante: l’occhio umano iniziava a vedere in qualche istante alcuni processi con tempistiche molto dilatate, come la crescita di piante e la fioritura.

 

Time lapse: decadi di applicazioni nel cinema

Grazie alle importanti ricerche sul timelapse, applicate al settore della fotobiologia, Ott venne ingaggiato direttamente da Walt Disney per Secrets of Life, un film documentario rappresentante il mondo che cambia con vari elementi naturali quali cielo, sole e mare. La pellicola, inoltre, contiene anche delle sequenze di timelapse attuate da Ott stesso, figuranti la metamorfosi delle piante.

Negli anni ’80, Peter Greenway scrive e dirige Lo zoo di Venere. In questa pellicola il timelapse fa parte della trama stessa. I protagonisti sono due gemelli che subiscono un trauma a causa della morte delle rispettive mogli e, a causa di questo evento, sviluppano un’attrazione per la decomposizione. Il timelapse viene quindi utilizzato per descrivere visivamente il trascorrere del tempo che disintegra pian piano ogni cosa ed essere vivente.

Sempre in questa decade viene prodotto il film sperimentale e privo di dialoghi, Koyaanisqatsib, che fotografa i ritmi frenetici della vita di quel periodo scegliendo come protagonisti i luoghi di passaggio come le stazioni, le autostrade, le strade dello shopping. Qui, grazie al timelapse, le persono sembrano tracce impalpabili, spettri che si aggirano nel tessuto sociale.

Altro film degno di nota per quanto riguarda l’uso di questa tecnica è Baraka, pellicola cinematografica del 1992. La pellicola, girata da Ron Fricke, già direttore della fotografia di Koyaanisqatsib, è un film non narrativo che include una combinazione di stili fotografici tra cui il timelapse. L’obiettivo del regista era quello di estendere ulteriormente il lavoro svolto da Reggio, lasciando impressi sulla pellicola quei non-luoghi: una delle location scelte è Auschwitz. Per riuscire nell’intendo Fricke costruì una macchina da presa che combinava il timelapse con movimenti controllati.

Negli anni più recenti, il timelapse è considerata una tecnica perfettamente consolidata, tanto che nel 2008 è stato prodotto il primo lungometraggio interamente girato con questa tecnica, Silicon Valley timelapse, diretto da Nate North.