Come uscire dal franchising: quando si può fare e come evitare i rischi maggiori

Come uscire dal franchising: quando si può fare e come evitare i rischi maggiori

Tipologie di franchising e tipologie di recesso

Spesso accade in un contratto di Franchising che sia necessario un recesso anticipato e che il franchesee sia per qualche ragione deciso a uscire dall’ accordo con il franchisor: questo non sempre, anzi raramente, avviene in modo semplice e pacifico e sempre più spesso si verificano contrasti di vario genere. Ancora oggi le norme che regolano il recesso e l’uscita dal franchising sono poco chiare e soggette a continue modifiche e a diverse interpretazioni, sarà quindi necessario fare molta attenzione.
Vediamo insieme quali sono le norme che regolano il contratto di franchising e quali sono le modalità per recedere da tale contratto evitando i rischi maggiori.
Innanzitutto va chiarito che il contratto di franchising può essere a tempo indeterminato, molto raramente, o a tempo determinato e in quest’ultimo caso la durata minima sarà di 3 anni.
Nel caso di volontà di uscire dal contratto di franchising (come spiegato qui https://www.studiolegaleadamo.it/come-uscire-dal-franchising-evitando-i-rischi-maggiori), il recesso potrà essere ordinario (ad nutum) o straordinario (per giusta causa). Nel primo caso la volontà di recesso nasce da una delle due parti indipendentemente da eventuali inadempienze o responsabilità, nel secondo caso invece la volontà di uscire dal franchising è correlata e dettata da irregolarità a carico del franchisee o del franchisor o da reale impossibilità di prosecuzione del rapporto.

Quando è possibile recedere dal franchising e quando non lo è

Nel caso di recesso ordinario, se ci troviamo davanti ad un contratto a tempo indeterminato sarà possibile uscire dal franchising in qualunque momento sempre rispettando i tempi di preavviso e le eventuali modalità previste dalle clausole contrattuali; se invece facciamo riferimento a un contratto a tempo determinato, come nella maggior parte dei casi, non sarà possibile recedere così facilmente, a meno che non ci sia una clausola relativa nel contratto, e entreranno in gioco eventuali richieste di risarcimento.
Nel caso specifico di recesso straordinario per giusta causa, invece, si può interrompere il rapporto immediatamente e senza preavviso, a meno che questo non sia impedito da clausole contrattuali e a patto che ci siano delle motivazioni reali e che abbiano validità legale.
Nel caso particolare e più tipico in cui il Franchisee voglia interrompere il proprio rapporto con il franchisor e perciò recedere dal contratto perché insoddisfatto dell’andamento della propria attività che non ha raggiunto i risultati sperati, bisogna fare attenzione per evitare rischi legali e richieste di risarcimento anche molto onerose. In caso di contratto a tempo determinato, infatti, uscire dal franchising non è possibile o lo è ma pagando una somma di denaro spesso ingente a carico dell’affiliato, come risarcimento.
Le vie d’uscita in questo caso sono due: raggiungere un accordo con il franchisor per una separazione consensuale o ricorrere ad un contenzioso giudiziale in caso di irregolarità o inadempimenti contrattuali.

Uscire dal franchising senza rischi

Quella di recesso dal franchising non è certo una materia semplice, sono infatti presenti trappole e cavilli tecnici e legali ad ogni angolo ed è proprio per questo che per non incappare in problemi legali e rischi di vario tipo è bene non fare da sè ma rivolgersi a personale qualificato e specializzato.
Il consiglio fondamentale rimane quello di leggere attentamente il proprio contratto e capire cosa prevede e quali sono le clausole relative al recesso e ancora più importante è esporre il proprio caso specifico ad uno studio legale che si occupi di questa materia e che sia in grado di studiare il caso e decidere se e come recedere dal franchising anticipatamente senza rischi legali e di risarcimenti ingenti.