Vendere oro: cosa dice la legge e quando è necessario dichiararlo

Vendere oro: cosa dice la legge e quando è necessario dichiararlo

Se possiedi oro da investimento, è probabile che tu l’abbia acquistato come riserva di valore, magari per diversificare il tuo portafoglio o come protezione contro l’inflazione. Ora, potresti trovarti nella situazione di volerlo vendere e desideri comprendere le implicazioni legali e fiscali di questa operazione. La vendita di oro è soggetta a specifiche normative fiscali e, a seconda delle circostanze, potrebbe essere obbligatorio dichiarare la transazione. 

Ne abbiamo parlato con MVSgioielli.it che ogni giorno aiuta chi vuole vendere oro a Roma. Sono tantissime le persone che si recano in negozio per vendere e acquistare oro per investimento. Non tutti però conoscono cosa dice la legge in merito.

In questo articolo, esploreremo cosa si intende per oro da investimento, come si calcola la plusvalenza, e le implicazioni fiscali sia in presenza che in assenza di documentazione di acquisto. Analizzeremo infine l’obbligo di dichiarare le transazioni superiori a 12.500 euro.

Cosa si intende per oro da investimento

L’oro da investimento si distingue dall’oro usato o da gioielleria per le sue caratteristiche specifiche e per i vantaggi fiscali che comporta. La normativa italiana, regolata dalla Legge n. 7 del 2000, stabilisce che l’oro da investimento comprende:

  • Lingotti o placchette con una purezza superiore ai 995 millesimi e un peso accettato dal mercato dell’oro (di solito superiore a un grammo).
  • Monete d’oro con purezza pari o superiore a 900 millesimi, coniate dopo il 1800, che hanno o hanno avuto corso legale nel Paese di origine, e che sono normalmente vendute a un prezzo non superiore dell’80% al valore dell’oro contenuto.

Queste caratteristiche permettono di distinguere l’oro da investimento da quello usato o da altri metalli preziosi utilizzati per scopi ornamentali o industriali. Una delle particolarità dell’oro da investimento è che, al momento dell’acquisto, è esente da IVA, un grande vantaggio rispetto ad altri beni.

Regime fiscale per la vendita dell’oro: come si calcola la plusvalenza

Quando decidi di vendere l’oro da investimento, è importante comprendere che potresti essere soggetto alla tassazione sulla plusvalenza, ossia il guadagno che hai realizzato dalla differenza tra il prezzo di vendita e il prezzo di acquisto.

La plusvalenza è tassata al 26% in Italia, come previsto dall’articolo 67 del TUIR. Per calcolare la plusvalenza, dovrai sottrarre il prezzo d’acquisto dal prezzo di vendita. Questo significa che, se hai comprato oro per 10.000 euro e lo vendi per 12.000 euro, la plusvalenza sarà di 2.000 euro, e su questa somma dovrai pagare il 26%, cioè 520 euro di imposte.

È essenziale, quindi, conservare la documentazione relativa all’acquisto, poiché ti permette di dimostrare il prezzo di acquisto e calcolare correttamente le imposte dovute. Senza tale documentazione, il calcolo della tassazione diventa più complicato, come vedremo nel prossimo paragrafo.

Tassazione in presenza di documentazione di acquisto

Se possiedi la documentazione fiscale che attesta il prezzo di acquisto dell’oro, la tassazione verrà applicata solo sulla plusvalenza. Questa è la situazione più favorevole per il contribuente, poiché l’imposta del 26% viene applicata esclusivamente sul guadagno netto, ossia la differenza tra il prezzo di acquisto e quello di vendita.

Prendiamo un esempio pratico: se hai acquistato oro per 15.000 euro e lo rivendi a 18.000 euro, la plusvalenza sarà di 3.000 euro. In questo caso, dovrai pagare il 26% di 3.000 euro, ossia 780 euro. Questa è la procedura standard in presenza di fatture o ricevute che certificano il prezzo originale di acquisto. Assicurati di conservare sempre queste ricevute, poiché in loro assenza la situazione fiscale cambia radicalmente.

Tassazione in assenza di documentazione di acquisto

Se non hai conservato la documentazione che dimostra il prezzo di acquisto dell’oro, la tassazione diventa significativamente più onerosa. A partire dal 2024, infatti, la Legge di Bilancio ha introdotto una modifica importante: in assenza di documentazione, la tassazione del 26% si applica sull’intero valore di vendita e non solo sulla plusvalenza.

Questo significa che, se vendi oro per 20.000 euro ma non hai documenti che attestano il prezzo di acquisto, il 26% verrà applicato su tutto l’importo, non solo sul guadagno. In questo caso, dovrai pagare 5.200 euro di tasse, anche se magari il guadagno effettivo è stato molto inferiore. Questa modifica rende essenziale la conservazione di tutta la documentazione fiscale legata all’acquisto di oro da investimento per evitare di incorrere in una tassazione sproporzionata.

Obbligo di dichiarazione per transazioni superiori a 12.500 euro

Un altro aspetto importante da considerare riguarda l’obbligo di dichiarazione all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) per le transazioni di oro superiori a 12.500 euro. Questa regola si applica sia all’acquisto che alla vendita di oro da investimento, e anche ai trasferimenti di oro da e verso l’estero. L’obiettivo di questa normativa è prevenire il riciclaggio di denaro e altre attività finanziarie illecite.

Se effettui una transazione che supera questa soglia, sei tenuto a dichiararla tramite un operatore autorizzato. Questo vale anche per i trasferimenti gratuiti, come le donazioni. Nel caso di trasferimenti all’estero, è necessario presentare una dichiarazione preventiva alla UIF prima del passaggio della frontiera. La mancata dichiarazione può comportare sanzioni che vanno dal 10% al 40% del valore della transazione.