Molti alimenti sono ancora oggi confezionati con packaging in plastica. Le motivazioni di questa scelta sono varie e si deve anche considerare il fatto che periodicamente sul mercato vengono lanciate nuove materie plastiche, completamente sostenibili o che comunque permettono di limitare il ricorso a materie prime da fonti non rinnovabili. Le principali motivazioni che portano a scegliere alcune materie plastiche per il confezionamento degli alimenti sono correlate alla praticità di questo materiale, ma anche alla corrispondenza di varie plastiche alle richieste che riguardano la legislazione in fatto di confezionamento di alimenti.
Confezionare un alimento
Il packaging alimentare in plastica è spesso una necessità. Sono infatti varie le plastiche che permettono di conservare al meglio gli alimenti, preservandoli dal contatto con l’aria e con l’ambiente esterno, consentendo di proteggere i prodotti posti nelle confezioni, di preservarli dal punto di vista igienico e della salute e di aumentare la vita di vari alimenti sullo scaffale. Dobbiamo infatti ricordare che chi produce packaging per alimenti deve seguire specifiche normative, in alcuni casi anche abbastanza restrittive. La confezione deve infatti garantire la salubrità e l’igiene, ma anche evitare che il materiale di cui è fatta rilasci nell’alimento sostanze nocive, o che vadano a modificare colore, sapore e odore dell’alimento stesso. Questi materiali si possono trovare a entrare in contatto con alimenti contenenti grassi di varia natura, acidi, o dalla consistenza fluida. È chiaro che le materie prime alternative alla plastica non sempre offrono tutte queste caratteristiche, la scelta di utilizzarle per il confezionamento di un alimento può quindi risultare preclusa.
Quali plastiche
Si deve poi precisare che non tutte le materie plastiche oggi sono utilizzate per produrre packaging alimentare, ma solo alcune tipologie. In particolare si utilizza soprattutto il PET, il PE e il PP; tre sigle che indicano materie plastiche assai diverse tra di loro, ma che insieme costituiscono la gran parte dei materiali plastici utilizzati per produrre confezioni, dalle più flessibili e sottili fino alle più robuste e antiurto. Sempre più spesso la plastica viene accoppiata alla carta o al cartone, per produrre confezioni più sostenibili, ma che comunque offrano tutte le caratteristiche utili della plastica stessa. Come dicevamo, sono molte le aziende che prediligono plastiche biodegradabili, o ottenute da materie prime rinnovabili, come ad esempio il PLA, che si ottiene dal mais ed è compostabile. Siamo ancora però molto lontani dalla possibilità di rinunciare completamente alla plastica, che offre alcune caratteristiche particolarmente utili, ulteriori rispetto a quelle necessarie per il confezionamento di alimenti.
Perché si usa la plastica
Oltre al fatto che, come abbiamo visto, alcune materie plastiche consentono di conservare gli alimenti senza rovinarne le caratteristiche organolettiche, questi materiali si sfruttano per il packaging anche per altre motivazioni ben note e precise. La plastica infatti è anche molto leggera e malleabile, consente di produrre confezioni di ogni forma, spessore, dimensione e ha un costo limitato, contrariamente ad altri materiali. Inoltre buona parte delle plastiche sopra citate permettono di produrre confezioni completamente o parzialmente trasparenti, pur garantendo la possibilità di stampare sulla parte esterna indicazioni, ingredienti e informazioni di vario genere. Molte delle confezioni in plastica oggi prodotte offrono poi il vantaggio di poter essere riciclate o riutilizzate. Questo permette di limitare il ricorso alle materie prime non rinnovabili, approfittando proprio della possibilità di riciclare all’infinito una confezione di un prodotto alimentare. Le plastiche del futuro saranno molto probabilmente derivanti da materie prime da fonti rinnovabili e completamente compostabili. Ad oggi però il ricorso ad alcune materie plastiche risulta ancora necessario, anche per le caratteristiche che permettono di ottenere confezioni a basso costo, che non vadano a influire troppo pesantemente sul prezzo finale del bene che contengono.