Al giorno d’oggi molte persone che non riescono ad essere assunte e dispongono di un capitale messo da parte decidono di investire i propri soldi e le proprie energie nell’apertura di una attività, dove poter lavorare in proprio. Una delle attività che viene aperta frequentemente sono i ristoranti. Scopriamo dunque come aprire un ristorante (grazie ai consigli di Ristobusiness), qual è l’iter burocratico e quali sono le spese da affrontare.
Iter burocratico da seguire per aprire un ristorante
Come per ogni attività pubblica, anche per l’apertura dei ristoranti la legge impone un iter burocratico molto severo. Infatti chi desidera avviare questo tipo di attività deve essere in possesso di una licenza che gli consenta di somministrare alimenti e bevande. Per ottenerla l’aspirante titolare deve:
a) essere in possesso di un diploma alberghiero oppure un attestato di frequenza che certifichi che è stato frequentato un corso SAB;
b) ottenere dal proprio comune l’autorizzazione sanitaria;
c) variare la destinazione d’uso dell’immobile se questo prima era soggetto ad attività diversa;
d) presentare al proprio comune la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività);
e) redigere il piano di Autocontrollo HACCP;
f) iscrivere la propria attività al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio;
g) aprire la partita IVA;
h) aprire una posizione previdenziale;
i) iscriversi all’INAIL.
Quali sono i costi da sostenere per aprire un ristorante?
Per qualsiasi tipologia di esercizio commerciale che si intende avviare sono previsti determinati costi e per quanto riguardare l’apertura di un ristorante sono parecchio elevati. Indicare con esattezza dei costi standard è pressochè impossibile; le spese variano in base a ciò che si desidera realizzare. È anche vero che molte spese sono comuni a tutti i ristoranti come ad esempio quelle relative all’arredo del locale, senza dimenticare quelle fisse imposte dalla legge. Facendo alcuni calcoli per arredare un locale sarà necessario affrontare una spesa intorno ai 30 mila euro circa. Però prima di arredare un locale bisogna valutare se questo necessita di interventi di ristrutturazione; in questo caso la spesa che si andrà ad aggiungere partirà da un minimo di 10 mila euro. A tutto ciò bisogna aggiungere anche la spesa per quanto riguarda l’acquisto di stoviglie, ossia piatti, bicchieri, posate, pentole, divise per i camerieri e cuochi; definire un costo preciso è impossibile perché dipende molto dalla campienza del locale e al numero di persone che si intende assumere, sicuramente il costo non sarà inferiore ai 10 mila euro. Nonostante risulti difficile avere cifre esatte è comunque possibile fare una stima generale delle spese che andranno sostenute. Oltre ai costi di gestione bisogna aggiungere anche i costi fissi imposti dalla legge, come ad esempio l’apertura di una SRL, per la quale è previsto l’obbligo di versare 10 mila euro di capitale minimo; discorso differente, invece, se si decide di aprire una SRL Semplificata per la quale è prevista la possibilità di versare anche solo un euro di capitale, fino ad un massimo di 9.999 euro. Inoltre questi costi verranno aggravati da altre spese che necessariamente devono essere affrontate da chi decide di aprire un ristorante; se le mura non sono di proprietà ci saranno le spese dell’affitto, le imposte comunali, l’acquisto della materia prima, la pubblicità, le bollette ed infine i corsi di formazione del personale. In conclusione, redigere un business plan standard è impossibile perché ogni idea imprenditoriale è a sé stante, però si può intuire facilmente che oggigiorno aprire un ristorante richiede un impegno finanziario non del tutto indifferente e soprattutto non alla portata di tutti.